Chi belli ova chi aiu

Ormai siamo al caos della comunicazione politica. So susseguono insulti, insinuazioni, notizie vere, notizie vere manipolate e fake news. Il dibattito è un caos di urla su social network che sta risvegliando il peggio del populismo anni 30. Facebook e Twitter si sono trasformati nel mercato alimentare all’aperto dove tutti vogliono vendere il loro prodotto…

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Ormai siamo al caos della comunicazione politica. So susseguono insulti, insinuazioni, notizie vere, notizie vere manipolate e fake news. Il dibattito è un caos di urla su social network che sta risvegliando il peggio del populismo anni 30. Facebook e Twitter si sono trasformati nel mercato alimentare all’aperto dove tutti vogliono vendere il loro prodotto e per farlo tentano di urlare più forte del concorrente ma soprattutto di spararla più grossa sulle qualità del proprio prodotto.

Destra – estrema – e sinistra si fronteggiano ma i secondi risultano annichiliti dai primi. Accusati dei peggiori imbrogli e disatri – in parte probabilmente a ragione – negli anni in cui sono stati al governo, stanno per soccombere nell’unico fronte dove evidentemente sono – tra i due – gli unici onesti. Il fronte è quello della comunicazione moderna, fatta di tweet di post e di coinvolgimento virale degli utenti del web.

Esiste infatti un filone molto ampio di siti e falsi profili produttori di bufale o fake news che dir si voglia. Dopo Trump e Macron è notizia dei giorni scorsi – tutta da provare nelle opportune sedi – che centinaia di falsi profili Facebook in lingua Italiana abbiano inquinato il dibattito elettorale social a favore di M5S e Lega durante la campagna elettorale. Tutto sarebbe avvenuto da San Pietroburgo in Russia. Naturalmente non si sa ancora se all’insaputa o meno dei diretti interessati. Tutto questo flusso di comunicazione web/social, fateci caso, spinge pesantemente sui temi di destra e sulle battaglie del M5S.

Osservando attentamente i contenuti senza soffermarsi al titolo come fa ormai la maggioranza degli utenti dei social network, è possibile notare come i vari link provengano da siti ricchi di notizie di cronaca e aggiornati più volte al giorno tipo voxnews.info per citarne uno dei primi e dei più attivi. Il problema di questi siti di notizie, che fomentano paura e insinuazioni verso i temi cari all’elettorato destroide, è che non sono testate giornalistiche regolarmente registrate come prevede la legge in questi casi.

Ma c’è di più e molto. In fondo alla pagina del sito e nella apposita pagina della privacy vanno riportate le informazioni utili a risalire al proprietario del dominio e nel caso delle testate anche informazioni relative alla registrazione negli elenchi delle testate e del direttore editoriale. E ancora, quando si registra un dominio (un sito qualunque ndr) vanno inserite le informazioni del proprietario. Queste sono rintracciabili con appositi motori come whois.com e indovinate un po’? questi siti di news farlocche o montate come il mascarpone hanno le informazioni di proprietà oscurate. Ciò è possibile per i domini che non siano .it su impostazione del proprietario stesso. Quindi i produttori di queste notizie vogliono rimanere anonimi e ciò può essere solo perché consapevoli di commettere illeciti e/o perché non vogliono metterci la faccia – quando si scrivono minchiate questo è fondamentale – e/o perché non fanno direttamente parte dell’organizzazione che indirettamente promuovono (vedi Cambridge Analytica). È pacifico quindi considerare questi contenuti non attendibili ma, ahinoi, così non avviene.

Riguardo ai profili infine si tratta di finti utenti con foto di persone che di solito sono prese da Google e riferiti ad attori/attrici o modelli/modelle pressoché sconosciuti alla maggioranza degli Italiani. Di solito non hanno grandi biografie o foto/post che possano far dedurre si tratti di persone reali e la timeline è popolata esclusivamente di questi contenuti farlocchi. Spesso la creazione del profilo è piuttosto recente. Da questi profili partono le condivisioni dei memes come ad esempio quelli dei milleduecentofigli della ex Pres. Boldrini e dei loro stipendi pubblici che farebbero invidia al presidente del CDA di una grossa multinazionale privata. Anche i contenuti condivisi da questi profili, se il lettore dedicasse 20-30 secondi a visionare il profilo, dovrebbero essere considerate non attendibili ma, ahinoi, non è così.

Un esempio recentissimo è la storie dello smalto sulle unghie della naufraga Josepha ritrovata aggrappata ai resti di un barcone. Bene. Scoperta l’autrice, tale Fancesca Totolo, che si definisce (manco a dirlo) una patriota e dichiara candidamente di non fare nulla che ritenga sbagliato in quanto: “mi limito ad insinuare il dubbio“. Complimenti per la buona fede allora.

In questo scenario non potete immaginare la tristezza nel vedere quotidianamente la mia home di Facebook piena di questi contenuti con condivisioni multiple. Sia chiaro, non è mia intenzione dare dello stupido a nessuno, ma mi sono reso conto di come, senza le opportune indicazioni di minima su come verificare le fonti sul web, sia facile incappare in questi tranelli e – ipotesi probabile – venirne influenzati.

In pratica siamo vittime della più grande e più grave presa per il culo di massa. E vogliate scusarmi per la parola massa. Una distorsione delle informazioni che raggiungono le persone non solo come elettori, ma come cittadino che girano quotidianamente per strada. Non è ancora chiaro se ci sia un’unica regia dietro tutto o diversi influencer che si muovono con fini diversi, ma è ormai evidente la mole di false informazioni atte ad influenzare l’opinione pubblica il più delle volte spaventandola. Che poi è il modo più facile di influenzare qualcuno.

Il consiglio che posso dare a chi legge è di non sottovalutare l’effetto che le informazioni possono avere sulle nostre scelte. Di capire i meccanismi di diffusione delle fake news per riconoscerle con facilità ed evitarle/segnalarle. E di dedicare almeno 2 minuti ad esaminare il contenuto di un link prima di condividerlo per non cascare nella bufala.

Altro capitolo, probabilmente intrecciato al primo, è l’estremizzazione delle opinioni. Fenomeno particolarmente spiccato sempre dalle parti di governo. Sulla destra estrema nessuna novità. Sul MoVimento 5 Stelle si è materializzato e consolidato l’atteggiamento che anni fa in diversi sospettavano. Quello settista, molto simile ai compagni di avventura giallo-verde. Non è ammessa la critica. Mai. Se stai criticando è perché sei del PD. E se non lo sei lo diventerai. Si crede ciecamente alle parole dei leader in un contesto di fede assoluta. Quando succede qualcosa contro i principi, il fedele rimane spiazzato e incalzato dalle evidenze che vengono mostrate dalla controparte. Ma non ha nulla da temere. Perché nel giro di poche ore arriverà un bel video di Di Maio con il gel alle sopracciglia ed il sorrisetto sfottente che in un turbinio di supercazzole concluderà che era quello che si era sempre detto e chi dice il contrario sono i giornalisti del PD che fanno di tutto per non farci governare. In pratica applicando all’incontrario due postulati di Beppe Grillo quando il M5S non era ancora in parlamento e cioè “ci fregano con le parole” (es. condono-pace fiscale) e “la rete non dimentica” infatti ricorda con chiarezza che qualche settimana/mese/anno prima avevi detto o promesso l’esatto contrario di quello che stai dicendo adesso.

Oggi è addirittura apparso l’arcangelo Di Battista che da una capanna in Africa ci racconta nel dettaglio le sue operazioni filantropiche con i soldi della buonuscita parlamentare. Cose da scatenare le lacrime che c’è posta per te in confronto sembra il Bagaglino. Tutto il pistolotto naturalmente condiviso a raffica dagli account ufficiali e non del M5S. Applausi.

Dall’altra parte abbiamo lui. Il Ministro terra terra. Quello che ti dice le cose pane pane e vino vino o per citare M. Crozza “tombini di ghisa”. La nuova dinastia del celoduro che farebbe cagare sotto il senatur dei tempi d’oro e mi scuso per la parola tempi. Lui ci tiene aggiornati minuto per minuto su tutto. Dalle magliette alla posizione GPS della Open Arms alla bufala (la mozzarella ndr) a colazione ecc.. Ci tiene a farci sapere costantemente della sua attività. Alla fine di ogni comunicazione sempre uno sfottò agli oppositori e via il giubilo dei commentatori a migliaia. Tutti lo chiamano ormai “capitano” e comunque ci tiene a precisare due cose. Non è ne razzista ne fascista. Stai a vedere che alla fine è più comunista lui degli esponenti della sinistra. Non capiamo proprio niente noialtri a cui non piace Salvini. Che quindi siamo del PD.

Il terzo e più preoccupante capitolo è dato dal pericoloso cortocircuito dei primi due. È la minimizzazione della cattiveria. In molti e a lungo avranno trovato le invettive anti-immigrato come tali ignorando la gravità che queste uscite viralizzate avrebbero potuto avere su una massa impoverita da crisi, disoccupazione, precarizzazione, svalutazione del lavoro e perdita di fiducia in una classe dirigente che ha fatto di tutto per perderla più in fretta possibile. Ognuno pensava “cosa vuoi che succeda” e/o “chi vuoi che lo legga” e molti ancora lo pensano, ignorano e passano avanti. Invece l’asticella si è alzata ad un livello ormai difficile da riportare a livelli accettabili. Provate a muovere qualche critica su uscite che secondo voi, fermo restando il problema al centro del dibattito, sono un tantino fuori dal limite. Diventerete buonisti in 4 decimi di secondo e verrete invitati ad ospitare immigrati. Ma si continua a minimizzare e le prospettive in questa direzione i più attempati sanno bene che non sono rosee.

In questo mercato comunicativo 2 venditori o meglio 1 venditore e una cooperativa, si sono contraddistinti per le loro abilità commerciali. Riescono a dire tutto e l’esatto contrario nel giro di pochissimo convincendo grandi masse della bontà del loro prodotto. Riempiono il vuoto di arti formali con migliaia di tweet, post e video clip alcuni che rasentano il ridicolo considerando che appartengono a Ministri della Repubblica. Ma tant’è.

L’aria è inquinata ed è meglio che ce ne rendiamo conto alla svelta. Se volete diamo la colpa ai Russi ma sarebbe ora di ritornare ad avere rispetto delle opinioni di tutti, anche quando sono indigeste e, quando si sa di cosa si sta parlando, di replicare con gli argomenti e non con gli insulti. Non è ammissibile nel 2018, in Italia, non poter esprimere critiche verso qualcuno senza doversi sorbire le social-bastonate delle camice color Brasile.

Senza volervi stressare oltre, a completare quanto sopra, vi invito a documentarvi sul paradosso della tolleranza di Karl Popper. Se e quando avrò voglia entrerò nello specifico.

ATTENZIONE

Se hai letto fino a questo punto probabilmente soffri di qualche disturbo non ancora individuato dalla medicina moderna.

Oppure potrebbe esserti piaciuto quanto ho scritto e questo è ancora più grave. Se vuoi continuatri a fare del male seguimi attraverso i link o il modulo nel sito. Se vuoi fare del male anche agli altri CONDIVIDI questo articolo.

Se non sei d’accordo in tutto o in parte con quanto scritto sei del PD. Se dici di no è perché ancora non sai do esserlo.

E inutile che provi non c’è via d’uscita.

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