tentativo di indossare due scarpe in un piede

Il piede in due scarpe

Sulla mozione Fnopi il presidente della federazione Ordini dei Medici dott. Filippo Anelli sembra contraddire indirettamente quanto dichiarato nel recente passato. Quando egli stesso appoggiava la mozione di sis-118 che sul ruolo e sull’autonomia degli infermieri del 118 rappresenta una visione completamente diversa.

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“È necessario dare uniformità al Sistema, ora estremamente frammentato sul territorio nazionale. In particolare deve esserci ovunque un congruo numero di mezzi di soccorso avanzato con a bordo il medico, l’infermiere e l’autista soccorritore, pronti a lavorare in sinergia. Oggi nelle diverse Regioni abbiamo le più variegate procedure e organizzazioni. L’assistenza deve invece essere uguale da Bolzano alla Sicilia: in qualunque posto si trovi, il paziente deve essere trattato nella miglior maniera e nel minor tempo per assicurargli una sopravvivenza di qualità. Questo significa concretizzare quella tutela dei diritti, alla salute, all’uguaglianza, che, come Ordine, siamo chiamati a garantire”

Ipse dixit Dott. Filippo Anelli, Presidente Fnomceo

9 ottobre a.D. 2019 fonte: quotidianosanità.it

Mentre ieri, dopo mesi di silenzio sull’argomento come ad osservare da che parte stesse per cambiare il vento, lo stesso Dott. Anelli esprime condivisione per la mozione Fnopi:

“Sembra che le professioni sanitarie siano finalmente insieme sulla strada giusta della valorizzazione delle competenze, peculiari di ciascuna e sinergiche per la qualità e la sostenibilità del Servizio Sanitario nazionale, senza invasioni di campo di alcun genere…”

Ipse dixit Dott. Filippo Anelli, Presidente Fnomceo

17 febbraio a.D. 2020 fonte: quotidianosanità.it

La mozione Fnopi cui fa riferimento il Dott. Anelli parla di riconoscimento delle competenze acquisite dagli infermieri e della necessità di formare infermieri specializzati e in particolare stringe sul settore emergenza-urgenza 118 e cito:

“…respingono con forza (i 102 Presidenti OPI ndr) passi indietro e accettano solo modelli innovativi, coraggiosi e responsabili per realizzare i quali sono a disposizione delle Istituzioni.”

La dichiarazione in apertura fa invece riferimento alla mozione promossa da sis 118 che oggi è invece una proposta di legge a tutti gli effetti.

È chiaro che le due dichiarazioni, seppur scritte a mio avviso nell’intento e con un’abile tentativo di non scontentare nessuno, dicano due cose o comunque supportino due mozioni che su quello specifico punto sono agli antipodi.

Nel primo caso si afferma, dico giustamente, la necessità di dare uniformità al sistema ma spinge sul modello Balzanelli cioè mezzi di soccorso avanzati esclusivamente con medico, infermiere ed autista soccorritore.

Più volte ho parlato dei vari livelli di risposta presenti nei sistemi 118 regionali, l’ultima senza scendere molto nei dettagli 3 giorni fa in occasione della notizia sulla mozione Fnopi. Lo stesso giorno su quotidianosanita.it usciva una lettera del collega Roberto Romano (Presidente SIIET Società Italiana Infermieri di Emergenza Territoriale) molto interessante e che riprende in un passaggio il tema della risposta del 118 su più livelli rispetto a quello auspicato dal Dott. Anelli il 7 ottobre scorso. Un modelle che rispetto all’attuale configurazione di quei sistemi appare più un appiattimento su posizioni medico-centriche.

La mozione Fnopi di cui ieri il Dott. Anelli si compiaceva pubblicamente, sul 118 dice esattamente l’opposto. Cioè che sugli attuali modelli di impiego degli infermieri nel 118 non si accettano passi indietro.

Per cui non è chiaro se queste dichiarazioni siano espressione di un non dichiarato e radicale cambio di vedute sull’argomento o una semplice espressione di cerchiobottismo finalizzato ad apparire semplicemente sul pezzo e rendere edotti noi lettori della sua esistenza senza mai scontentare nessuno.

Penso che non lo scopriremo mai, ma resto comunque in attesa di capire veramente se il Dott. Anelli e Fnomceo siano a favore di una riforma del 118 dove i livelli di risposta siano 3 o più e dove l’infermiere, nel rispetto dei ruoli e delle competenze di tutti, abbia finalmente riconosciuti i margini di autonomia (e le relative responsabilità) che faticosamente negli anni ha conquistato e che qualcuno vorrebbe cancellare con un colpo di spugna.

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