In buona fede

Dopo case da sogno acquistate ad “insaputa” del futuro proprietario, presidenti di regione che dopo anni di processi conclusi con sentenza definitiva di condanna per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra e rivelazione di segreto istruttorio si consegnano spontaneamente in casa circondariale “con grande dignità” suscitando sentimenti di vicinanza e solidarietà dagli esponenti di spicco di un intero emiciclo, sentivamo proprio la mancanza di qualcosa…

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Dopo case da sogno acquistate ad “insaputa” del futuro proprietario, presidenti di regione che dopo anni di processi conclusi con sentenza definitiva di condanna per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra e rivelazione di segreto istruttorio si consegnano spontaneamente in casa circondariale “con grande dignità” suscitando sentimenti di vicinanza e solidarietà dagli esponenti di spicco di un intero emiciclo, sentivamo proprio la mancanza di qualcosa di inedito che non è tardato ad arrivare: la buona fede.

Mai nessuno che dica mi dispiace oppure ho sbagliato me ne scuso e faccio un passo indietro. Negare sempre, anche l’evidenza. Non importa se per farlo si prendono per i fondelli 50.000.000 di persone. Tanto col tempo dimenticano e votano.

Adesso però qualcuno mi deve spiegare perché, se per caso perdo e dimentico una contravvenzione o una tassa, quindi non la pago “in buona fede” visto e considerato che non l’ho fatto volontariamente, mi ritrovo inevitabilmente in cassetta una missiva dell’agenzia delle entrate che mi “invita” a pagare quanto dovuto più more, più spese, più agio, e se non mi sbrigo mi pignorano la macchina magari per una cifra iniziale che è meno di un carrello della spesa. Perché cavolo se vado allo sportello non posso chiedere almeno che mi si tolgano le maggiorazioni visto che non ho pagato in buona fede?

E se passo col rosso perché sono distratto e mi arriva una bella polaroid della targa, posso rispondere di aver sbagliato in buona fede?

Ormai non hanno più pudore e continuano a darci schiaffi in faccia sicuri di restare impuniti, ricchi e riciclati in qualche posto di prestigio quando non addirittura rieletti. Comprano le mutande o i Rolex con i nostri soldi (e non quelli che gli diamo di stipendio, ma altri ancora) perché tanto non gliene frega niente di fare la figura degli stronzi, sanno che giornali e TV li riverginano ciclicamente, vendendoceli a distanza di tempo dagli scandali come bravi amministratori della cosa pubblica. Ma in realtà sono molto più bravi ad amministrare i propri business a danno di tutti gli altri. E sia chiaro, la colpa e solo nostra che continuiamo ad andare a votare ed a votare sempre gli stessi. In buona fede. Amen.

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