Hooligan che mostra lingua e dita medie davanti due poliziotti

Italiano Uligano. Quando il dibattito diventa rissa tra poveri ignoranti.

Ideologie o idolatria? Partiti o squadre da calcio? Social network e talk show sempre più come stadi in cui sfogare la propria frustrazione rabbiosa in perfetto stile hooligan. Non esistono più le mezze misure. Ormai è consuetudine assistere in TV e ancora di più sui social network (facebook in particolare) a scontri verbali tristemente approssimativi. I…

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Ideologie o idolatria? Partiti o squadre da calcio? Social network e talk show sempre più come stadi in cui sfogare la propria frustrazione rabbiosa in perfetto stile hooligan.

Non esistono più le mezze misure. Ormai è consuetudine assistere in TV e ancora di più sui social network (facebook in particolare) a scontri verbali tristemente approssimativi. I social hanno dato possibilità a tutti di dire la propria e questo, sebbene di per se è stata una grande conquista nella libertà di espressione, ha portato alla luce il peggio che la nostra società potesse esprimere. Gli Italiani appaiono come tifosi, violenti come hooligan, in larghissima parte indisponibili ad un dialogo critico e costruttivo. Tifoserie contrapposte si affrontano a suon di parole sempre più spesso prive di fondamento e sempre più spesso con una forma linguistica che fa rabbrividire.

Tutto in questo senso sembra confermare i dati OCSE sull’analfabetismo funzionale. Si difende la propria squadra a spada tratta, sempre e comunque. In mezzo i troll, quelli che nella realtà reale sono conosciuti dagli addetti ai lavori come i provocatori. I contenuti poveri, molti anche fuori tema, pur di screditare la squadra avversaria e/o esaltare la propria. Siamo diventati una Repubblica fondata sul giuco calcio. Mancano le bandiere, le trombette, i fumogeni e i petardi, ma il clima è lo stesso. Peccato in gioco non ci sia una coppa o uno scudetto, ma l’amministrazione della Repubblica stessa.

L’esempio lo danno proprio loro, gli eletti dal popolo che in effetti lo rispecchiano pienamente. Così ad esempio se il Premier esce con i licenziamenti in 48 ore, tutti i tirapiedi fanno eco e tutti i tifosi esultano come un goal fatto, anche se la palla non è ancora in rete. Anzi era già in rete. Si perché il c.d. licenziamento rapido esiste, si chiama “licenziamento senza pre-avviso” ed il superiore deve segnalare l’accaduto entro 5 giorni dal fatto. Non solo, ma le violazioni più rilevanti (quelle che dovrebbero rientrare nelle 48 ore), sono tutte reati penali come truffa, interruzione di pubblico servizio ecc., per cui il dirigente che a conoscenza di questi fatti non prende provvedimenti è perseguibile a sua volta. Benissimo aumentare quindi la pressione sui dirigenti con l’inasprimento delle sanzioni a carico degli stessi e sgravarli da eventuali ripercussioni economiche in caso di ingiusto licenziamento, ma vendere il provvedimento come la novità del secolo serve solo ad alimentare un altro coro, al fine appunto di animare lo stadio ed in particolare i propri sostenitori. Senza contare che questo ed altro rimane sempre nella sfera del faremo, mentre in quella del abbiamo fatto arriva ben poco e spesso ampiamente modificato rispetto al trailer.

Così partono gli scontri. Grillini contro Piddini, Leghisti e Berlusconiani contro clandestini o comunisti e avanti così. Ognuno scrive con termini di assolutezza mostrando molto più di un’opinione ma la verità inoppugnabile spesso giuridica senza che neanche vi siano indagini in corso.

Anziché dibattere e farsi un opinione attraverso le innumerevoli fonti che oggi abbiamo a disposizione, ci si limita a rifiutare categoricamente tutte le informazione contrarie alla nostra squadra ed accettare ciecamente tutte quelle a favore. Questo i calciatori lo sanno e lo sfruttano nel migliore dei modi. Per loro. Frasi spot ad effetto e fuori tema in particolare se l’attenzione mediatico-giudiziaria ha il teleobiettivo puntato contro di loro. Per dar vita a un nuovo scontro su un argomento diverso al quale, complici i mass media e l’analfabetismo funzionale, quasi tutti si accodano.

In questo contesto si può dire tutto e il contrario nel giro di pochissimo. Si può buttare fango addosso a chiunque fiduciosi che quando la stessa identica situazione accadrà a essi stessi, saranno trascorse così tante cazzate che la gente non ricorderà o ricorderà vagamente il trascorso, quindi diventa possibile ricostruirsi un certificato di verginità sicuri che propri tifosi seguiranno, commenteranno e retwitteranno.

Il MoVimento 5 Stelle non è da meno in questo quadro. Le posizioni estremiste come quelle storiche della Lega Nord, Forza nuova, Berlusconismo e M5S in questo campionato esprimono le tifoserie peggiori. Anche il Renzismo, espressione più radicale del centro-sinistra rispetto ai suoi predecessori, si inserisce a pieno titolo in questa cloaca del dibattito aperto. Un fondamentalismo politico diffuso che premia le forze politiche che meglio si adeguano alla gara degli spot e penalizzano chi espone i propri argomenti in una forma moderata e analitica visto che sarebbero ormai in pochi a mantenere un elevato livello di attenzione rispetto a qualcosa più articolata di un tweet.

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