La solidarietà sbagliata

Attestati di solidarietà da parte di personale sanitario sui fatti di varese che, se confermati, sarebbero tutt’altro che gossip.

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Insultare una persona sottoposta ad anestesia generale non è solo umanamente, professionalmente e deontologicamente sbagliato, ma è un gesto di profonda viltà.

Indipendentemente dall’oggetto o dallo sfondo delle offese.

Sto parlando delle presunte offese a sfondo omofobo attribuite al primario di chirurgia di Varese ad un paziente sottoposto ad anestesia generale durante un intervento chirurgico.

Spero sinceramente che quanto esposto non corrisponda alla verità e di conseguenza che tutto questo non sia mai accaduto e fino a quando i fatti non verranno accertati dalla magistratura riterrò che sia così.

Non potendo escludere che sia effettivamente accaduto è mortificante invece constatare attestati di solidarietà. Soprattutto se provenienti da un medico, infermiere, oss o ausiliario che sia.

Purtroppo viviamo in un epoca nella quale, da un lato si fanno processi con sentenze di condanna definitiva basate su accuse pubblicate a mezzo stampa, dall’altro esistono persone che non provano vergogna a sminuire presunti comportamenti di una gravità inaudita e addirittura ad ostentare vicinanza ai presunti autori.

Esternazioni probabilmente scritte con leggerezza o malposte ma che finiscono inevitabilmente per qualificare gli autori e, trattandosi di personale sanitario, finiscono per squalificare la categoria e la sanità.

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