matteo renzi matteo salvini e giorgia meloni

L’opposizione in tempi di epidemia

Nulla cambia nelle dinamiche comunicative maggioranza/opposizione. Anche in tempo di emergenza ognuno crede di poter continuare con il solito gioco al massacro finalizzato ad aumentare i consensi.

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L’epidemia in corso sta chiaramente sortendo effetti di coesione sociale e solidarietà come accade con tutte le calamità naturali o le catastrofi. Coesione che solitamente riguarda gruppi più o meno ampi relativi alla zona o alle zone colpite e che invece oggi interessa tutto il territorio nazionale per le caratteristiche sconfinate tipiche di questa pandemia che dal punto di vista distruttivo/lesivo la fanno più somigliare a una guerra mondiale piuttosto che a un terremoto. Una gara di solidarietà tra cittadini e imprese nei confronti di chi è direttamente impegnato nella lotta all’epidemia e manifestazioni oggi conosciute come flash mob per sopravvivere moralmente a questo periodo drammatico della nostra storia con preghiere e intonazioni collettive dell’inno di Mameli dai balconi.

Mentre i cittadini si sono ritrovati e ri-uniti sotto il nemico comune conosciuto con il nome di COVID-19, chi dovrebbe dare l’esempio non fa altro che confermare la pochezza della Politica Italiana delle ultime decadi. L’occasione, a mio avviso irripetibile, per ricucire fiducia e riprendersi l’onorabilità che meritano dei parlamentari della Repubblica, sembra inevitabilmente sfumata visti i continui attacchi e le divergenze dell’opposizione praticamente su ogni singolo provvedimento del Governo.

Si dirà che l’opposizione fa questo di mestiere, perchè fa parte del gioco dei pesi e contrappesi. Ma il contesto reale non è il solito. Non è la solita crisi o la solita emergenza. Sembra se ne siano accorti tutti tranne loro ovviamente che dimostrano, ancora una volta, l’assoluto distacco dalla realtà del paese e dai cittadini che invece appaiono trasversalmente coesi in stragrande maggioranza. Avrebbero potuto farsi vedere uniti o almeno apparire tali. Spendere pubblicamente parole di condivisione per i vari provvedimenti al fine di infondere fiducia e dimostrare unità, poi alzare il telefono ed esprimere a Conte tutte le contrarietà sui punti o su eventuali mancanze di condivisione. Preferiscono invece controbattere ad ogni misura, ad ogni comunicato, a suon di interviste ai giornali e TV e comunicati stampa dai toni cui siamo tristemente abituati.

Sembrano lontani anni luce dai padri costituenti che dalle rovine dell’Italia Fascista ci lasciarono in eredità una Repubblica con la Costituzione più bella del mondo. Di quella Costituzione vorrei solo ricordare il sistema sanitario universalistico e gratuito che oggi diamo per scontato ma che è molto più “semplicemente” dettato dalla Costituzione. Politici di altro stampo rispetto ai moderni animali da social. Allora la comunicazione era infatti meno immediata e limitata quindi filtrata dagli unici 2 mezzi: giornali e radio. Chi ha lavorato per la costituzione non aveva bisogno di apparire semplicemente perchè non ne aveva la possibilità. Di conseguenza niente brillantina, niente talk show, niente dirette Facebook e gare di like. Persone serie, probabilmente costrette ad esserlo dai tempi, ma pur sempre serie.

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti

Art. 32 comma 1, Costituzione Italiana

Potevano allora unirsi, utilizzando gli strumenti informatici per scopi migliori che delegittimare continuamente il Governo in un momento così delicato. Farsi vedere coesi e quindi dare un’immagine di responsabilità rispetto all’emergenza. In fondo è richiesta proprio questa. La responsabilità.

Assistiamo invece a gare continue di autoaffermazione mediatica che sortiscono l’effetto di un tentativo di divisione. Tentativo che speriamo che rimanga tale. L’obiettivo non dichiarato è in realtà chiaro. Spararne una al giorno consapevoli di poter dire tutto e l’esatto contrario perchè tanto se non si tiene un atteggiamento collegiale, in fase di emergenza nazionale, le decisioni le prende il Governo ed il Presidente del Consiglio. Alla fine dell’emergenza si potrà affermare che l’avevano detto. Come i medium dalle mille profezie che azzeccandone una acquistano la massima credibilità social(e).

È una questione politica, na grande presa per culo

Antonello Venditti

Per loro è anche più facile visto che, ad esempio, affermare che l’economia subirà un durissimo colpo è la scoperta dell’acqua calda. L’ha scoperto recentemente Matteo Renzi e io me ne congratulo vivamente, che afferma anche di voler riaprire perchè non si può attendere con le fabbriche chiuse a tempo indeterminato perchè altrimenti la gente morirà di fame. Naturalmente Conte lo sa, ma non può affermarlo in questa fase e in questi termini perchè è opportuno che sia ottimista e rassicurante (vedi assalto ai supermercati). Il ruolo e il momento lo impongono per non scatenare ondate di panico e depressione di massa.

Abbiamo anche visto il sempreverde funamboliere della comunicazione aggressiva Salvini cimentarsi nel doppio carpiato all’indietro del chiudere/aprire/chiudere esattamente opposto a quelle che sembravano le intenzioni del Governo di quelle ore. Solo resosi conto che quell’aprire visto col senno di poi suonava come una grandissima minchiata, intervenendo sull’argomento a PiazzaPulita (La7) a domanda di Corrado Formigli ammette di aver sbagliato ma con attenuanti. Le attenuanti del però, con cui a sciolinato con il solito elencare con le dita tutti gli errori comunicativi di altri come a voler significare che siccome hanno sbagliato tutti il suo non conta o conta poco.

La Meloni, in questa fase di grande crescita nei sondaggi iniziata in tempi non sospetti, accusa il colpo del monopolio comunicativo di Conte. Il leader di un partito di destra accusa Conte di un metodo di comunicazione da “regime totalitario”. E sfodera i cavalli di battaglia soliti della destra Italiana. Le tasse, argomento che condivide con Salvini, che non dovrebbero essere in qualche caso pagate. Non spiega come si pagheranno stipendi e straordinari di tutti i dipendenti pubblici attualmente al lavoro. Ma il dominus degli argomenti rimane l’UE brutta e cattiva che starebbe tentando di fregarci.

Non cito esponenti e leader di PD e M5S perchè, stando in maggioranza, condividono naturalmente la linea del Governo, ma sono assolutamente convinto che a parti invertite il risultato sarebbe identico. Il penoso copione è sempre il solito, ognuno deve dire la sua, in contrapposizione con la fazione opposta al fine di affermarsi e di poter dire un giorno “noi l’avevamo detto”.

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