Riforma del 118 e M5S. La democrazia diversamente partecipata.

Con l’avanzamento dei lavori, la riforma del sistema 118 rappresenta il passaggio del M5S alla democrazia “dall’alto”

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Dopo che l’avanzamento in commissione senato dell’iter di riforma del sistema 118 ha sollevato qualche critica anche tra autorevoli società scientifiche mediche come FIMEUC.

La SIS118 promotrice della riforma e assolutamente non preoccupata del fatto che alla stesura e all’iter non ci sia alcun contributo di altre società scientifiche dell’emergenza sanitaria territoriale ne, al contrario dei Medici che con FNOMCeO appoggiano l’impianto, della federazione degli ordini degli infermieri (FNOPI), spinge sull’acceleratore respingendo le critiche e accusando i presunti detrattori di una qualche forma di bias di memoria. Salvo ignorare che la controparte potrebbe trarre esattamente le stesse conclusioni. Perché quando si vuole riformare un sistema complesso come quello del 118 che, diversamente ad esempio del sistema notarile ha al suo interno una pluralità di professioni, bisognerebbe non temere ed essere disponibili al confronto ed alla costruzione di un progetto che abbia la più larga maggioranza possibile tra gli stakeholder.

Non meraviglia comunque questo atteggiamento visto che l’impianto prende vita da una mozione voluta proprio da SIS118 che, come è normale che sia, spinge perché passi integralmente la propria proposta nella convinzione (errata) che sia quella universalmente giusta.

Meraviglia molto che ad intraprendere questa strada e proseguire in questa direzione siano i rappresentanti del M5S. Quelli della democrazia dal basso. Che non si sono chiesti ne si stanno chiedendo se non sia il caso di coinvolgere tutti gli attori del sistema. Del resto un autorevole esponente si era già apertamente mostrato di parte e vicino all’ordine dei medici di Bologna nel corso dello scontro con l’assessore Emiliano Romagnolo Sergio Venturi. Scontro che per adesso, da ragione a quest’ultimo e che ha uno strascico giudiziario tutt’ora in corso molto spiacevole.

Così non figurano gli infermieri con FNOPI che sulla vicenda, dopo aver accennato al ruolo dell’infermiere del 118 in sede di inaugurazione della consulta permanente delle professioni sanitarie, mostra un mutacismo preoccupante. Il rischio è di lasciare che a costruire una riforma con impatti rilevanti sull’attività degli infermieri siano esclusivamente alcuni medici. Peraltro con una visione discutibile sotto diversi aspetti di ciò che si vuole fare del sistema 118.

Non figurano neanche gli autisti soccorritori che pure dispongono di rappresentanza sindacale e sono riuniti in associazioni anche di una certa rilevanza numerica. A loro viene offerta la stabilizzazione, non è chiaro in che termini, ma riguardo alle modifiche del sistema semplicemente non esistono come interlocutori nella mente di chi rappresenta il partito della democrazia dal basso e, se mai dovesse passare in questa forma, dovranno bersi una riforma calata dall’alto.

Ecco che piuttosto questa riforma sembra un esperimento di “democrazia dall’alto” per dirla gerarchicamente ovvero di oligocrazìa per dirla così come appare. La lobbie di chi accusa di lobbismo che intende mettere le mani in qualcosa di complesso e articolato. Sicuramente perfettibile. Estremamente differente da una regione all’altra ma che non giustifica il fatto che sia una cerchia ristretta a decidere senza interferenze, il futuro di tutto il sistema.

Mala tempora currunt

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