Silvia Romano: un’altra storia di odio selettivo

Il meccanismo dell’odio a cura di webeti frustrati è molto selettivo. Mira a donne, possibilmente cooperanti e/o appartenenti a ONG. Frutto di anni di campagna contro le stesse condita dal sempreverde sessismo mai seriamente contrastato e talvolta sdoganato.

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dal profilo Facebook di Lorenzo Tosa

C’è Luca Tacchetto, rapito il 16 dicembre 2018 in Burkina Faso, dove era in viaggio come turista insieme alla fidanzata canadese, e rilasciato dopo 15 mesi, forse sotto il pagamento di un riscatto. Al suo ritorno in Italia portava una lunga barba da salafita, ma nessuno ha avuto niente da eccepire.

C’è Alessandro Sandrini, sequestrato nel 2016 in Siria, dove si era recato da latitante, imputato in Italia per truffa aggravata e rapina a mano armata. Liberato il 29 maggio 2019 tramite il pagamento di un riscatto. Ma a malapena qualcuno ricorda il suo nome.

C’è Sergio Zanotti, imprenditore, anche lui rapito in Siria nel 2016, anche lui liberato tramite pagamento di riscatto. Anche su di lui nessuna gogna, nessun attacco, nessuna violenza verbale. Nulla.

Poi ci sono loro.

Simona Parri e Simona Torretta, per tutti “le due Simone”: cooperanti in Iraq, anche loro sequestrate, nel 2004, e liberate dopo cinque mesi e mezzo tramite riscatto. Di loro si disse di tutto. Che erano traditrici della patria, spie, addirittura incinte dei rapitori. Non c’erano ancora i social, ma già si facevano largo i siti di fake news. Ovviamente tutto falso.

Ci sono Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, anche loro cooperanti, rapite in Siria nel 2014 e rilasciate nel 2015 sempre tramite riscatto. In breve diventarono il bersaglio di una spaventosa gogna social per via di una foto scattata ad Aleppo che le ritraeva sorridenti prima del rapimento. Dissero che si erano “divertite”, che si erano scop*** tutti i carcerieri, che erano delle hippie viziate, delle figlie di papà in vacanza a spese degli italiani.

E poi c’è Silvia Romano, anche lei cooperante, che, dopo 536 giorni di prigionia, a ore sarà messa sotto scorta per difenderla dalla più grande campagna d’odio mai scatenata in Italia nei confronti di un essere umano.

Luca, Alessandro, Sergio.
Cos’hanno in comune? sono tutti uomini e tutti rapiti mentre si trovavano lì per ragioni private o interessi personali.
Questi nomi non dicono nulla.

Le due Simone, Greta e Vanessa, Silvia Romano.
Cos’hanno in comune? Sono tutte donne ed erano andate laggiù per aiutare il prossimo. Questi nomi ci dicono tutto.

Cosa dite, quando tutto questo schifo sarà finito, possiamo finalmente cominciare ad affrontare sul serio l’enorme, gigantesco, irrisolto complesso d’odio, sessismo e misoginia che hanno i milioni di italiani schiumanti bile e veleno che in queste ore intossicano i social e la vita civile di questo Paese?

Meglio tardi che mai.

Grazie.

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