Oggi Mosca ha iniziato una campagna di menzogne – in cui storicamente sono esperti – nel tentativo disperato di ripulirsi l’immagine agli occhi del popolo russo e del mondo. In questo caso solo novax, complottisti e poveretti simili di tutto il pianeta crederanno alle balle di Putin.
La rappresaglia di Kramatorsk in cui sarebbero stati uccisi 600 militari Ucraini è già stata smentita da inviati stranieri alcuni già sul posto ed altri accorsi dopo la fake news russa. Hanno colpito l’esterno di edifici VUOTI, i militari che non c’erano sarebbero sopravvissuti comunque.
Neanche il tempo di confermare l’ennesima figura di merda che inizia a circolare la seconda balla secondo cui gli Ucraini stiano sfregiando cadaveri dissotterrati per incolpare i russi di tortura. Come se le lesioni post mortem fossero indistinguibili dalle vere torture.
Intanto il patriarcato di Mosca ha candidamente dichiarato che l’ortodossia “satanista” Ucraina scomparirà insieme ai suoi promotori. Evidenziando in tal modo la convergenza di interessi politici e religiosi nell’annientamento geografico e politico dell’Ucraina.
La nuova campagna di disinformazione non è altro che l’ennesimo sintomo della disperazione di chi ha ormai realizzato che presto o tardi dovrà ritirarsi con la coda fra le gambe. Ed in un regime autocratico, dopo aver scatenato l’inferno e speso miliardi questo è sinonimo di morte.
Le menzogne hanno portato a questo disastro, esattamente come le menzogne made in URSS hanno portato al disastro di Chernobyl. Ma i mentitori seriali non hanno ancora imparato dagli errori e restano convinti che la menzogna non paga mai il conto ma non è così.
il vero problema resta capire a cosa porterà l’implosione del putinismo ormai chiaramente alle porte. Nessuno è riuscito a trovare in tempo l’exit-strategy per fare uscire con dignità un dittatore che secondo la NATO non è il peggio che la Russia possa offrire (anzi). Per questo il mondo intero – si anche la Cina – sono ormai col fiato sospeso. Non si sa cosa possa succedere dopo Putin.
Viviamo nella speranza (sic) che il nuovo establishment russo sarà politicamente moderno e migliore per i cittadini Russi e del mondo intero.