Ministro Roberto Speranza

Tornare al territorio

DM 70/2015 su riorganizzazione della rete ospedaliera e territoriale. Secondo Speranza è necessaria una revisione. Secondo molti era ora.

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Meglio tardi che mai. Ieri mattina il Ministro alla Salute Roberto Speranza, in risposta ad una interrogazione, parla apertamente di una “necessaria revisione al DM 70”.

Parliamo cioè del Decreto Ministeriale n. 70 del 2 aprile 2015 a firma dell’allora Ministro Beatrice Lorenzin così intitolato: “Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera”.

A leggerlo sembrerebbe un atto di razionalizzazione della spesa sanitaria orientato all’efficenza e che svolta verso le cure territoriali anche se allo stesso tempo, negli svariati passaggi che parametrano ripetutamente “riduzioni di posti letto” in base al numero di abitanti il dubbio veniva.

Rimaneva soltanto un dubbio perchè le riduzioni non avrebbero intaccato settori come le cure palliative, e la terapia del dolore, le strutture sanitarie territoriali per la salute mentale e le strutture riabilitative.

Trovava spazio l’obiettivo di integrare l’ospedale al territorio ma anche una serie di parametri che hanno condannato alla chiusura numerosi piccoli ospedali tra i quali quello di Cariati (CS) oggetto dell’interrogazione ed i quali dovevano essere riconvertiti appunto in strutture territoriali.

La storia la conosciamo e dei buoni propositi è rimasta solo la prima parte, ossia quella dei tagli. Gli ospedali sono stati chiusi tempestivamente, i posti letto ridotti per rientrare nei parametri indicati. Questo solo per dire i due principali effetti della riduzione di spesa da una parte a cui non è seguita, se non in parte e prevalentemente in alcune aree del nord, la politica di riqualificazione e investimento sul territorio.

Anche dove si è iniziato ad ammodernare ed ampliare il sistema sanitario territoriale in realtà si è rimasti ben lontani da un livello anche solo sufficiente a soddisfare tutti i bisogni di salute della popolazione. Non parliamo neppure dell’integrazione ospedali-territorio attualmente rimasta qualcosa di poco superiore a buoni propositi locali espressi sulla carta.

La scure del COVID ha messo in risalto tutte le debolezze del SSN. Anche nelle regioni considerate più ricche ed evolute in materia sanitaria. Non basta avere grandi ed efficienti ospedali e la centralizzazione delle cure in queste strutture ha mostrato impietosamente quanto un sistema ospedalecentrico sia in realtà molto fragile. I disagi ed i ricoveri sono stati chiaramente inferiori nelle aree dove l’assistenza territoriale era migliore e sono calati dove si è provveduto in fretta e furia a potenziarli in via emergenziale.

Oggi prendiamo atto che la politica si è accorta di tutto ciò e mette sul tavolo il proposito di rivedere i tagli del DM 70 e di dar seguito alla mancata riorganizzazione dei servizi territoriali. Il proposito appunto, che potrebbe comunque restare tale come del resto è spesso accaduto in passato. Questa volta c’è di mezzo una pandemia con milioni di contagiati e centinaia di migliaia di morti, ospedali in sofferenza per insufficenza di mezzi e uomini cosi come i servizi territoriali che già partivano svantaggiati. Che sia la volta buona.


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