La comunicazione distorta e le terapie domiciliari precoci.

La sorella con insufficienza respiratoria acuta ma lui cerca consiglio nel gruppo facebook

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Questa cosa è agghiacciante.

Non ho nulla contro la terapia domiciliare precoce ed ho già espresso le mie perplessità sulla comunicazione distorta (in buona o in malafede) che si sta facendo nel merito della questione.

Le cure domiciliari ci sono, funzionano, ma non sempre. Le fanno i Medici di Base nelle primissime fasi, poi le USCA che decidono se e quando queste non sono più sufficienti. Non un gruppo su FB, dei medici in carne ed ossa.

Le cure domiciliari precoci vengono propinate nella galassia degli antivaccinisti, negazionisti, medici illuminati e pseudoscienziati da strapazzo come la panacea contro il COVID. La cura certa che i “poteri forti” o qualche altra entità indefinita non vuole farci scoprire. Ma loro l’hanno scoperta.

Il più delle volte non si esprimono con termini di assoluta certezza perché sostanzialmente sono anche dei cacasotto, ma il senso che costruiscono nei loro deliri social è quello. Con le cure domiciliari precoci non serve vaccino ne ospedale MAI. Ma non è così.

Io e chi di lavoro accoglie richieste di aiuto di persone in condizioni avanzate di malattia da COVID-19 ed evidentemente imbornite da questo esercito di ciarlatani, ci rendiamo conto dei danni che stanno facendo questi personaggi e di come senza questi CRIMINALI molte persone non morirebbero o eviterebbero un triste soggiorno obbligato in un reparto di terapia intensiva con relativi postumi.

Non è possibile ne ammissibile che esistano persone convinte loro malgrado di dover cercare la soluzione alla grave insufficienza respiratoria del proprio caro, con un messaggio messenger a #ESERCITOBIANCO. Non è possibile che ci sia chi si straccia le vesti per dei disperati su un gommone e non dica una parola su questa strage silenziosa ma anzi spesso strizza anche l’occhiolino al popolo (votante) della galassia in questione.

Qualcuno deve intervenire. Vi assicuro che non sono casi isolati. Ordini e governo prendano al più presto provvedimenti, individuino caso per caso chi si riduce a sperare in FB anziché rivolgersi al sistema sanitario per risalire ai colpevoli e perseguirli.

Io non so come si possa assistere alla propria sorella mentre annaspa restando in attesa di una risposta dell’amministratore di #ESERCITOBIANCO anziché chiamare il proprio medico, la guardia medica o (più indicato nel caso in questione) il 118. Non ne faccio una colpa all’autore del post perché è una vittima che, nel caso in cui dovesse prendere consapevolezza di quello che è avvenuto (e mi auguro la signora sia in buone condizioni), porterebbe con sé un fardello pesantissimo.

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