Le cure domiciliari precoci si auto-arrestano improvvisamente

Siti internet e gruppi facebook sulle terapie domiciliari precoci riducono o arrestano l’attività e invitano a rivolgersi ai Medici Curanti o 118

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Il 25 agosto scorso ho pubblicato un post dal titolo “La comunicazione distorta delle tera“La comunicazione distorta e le terapie domiciliari precoci” in cui mostravo uno screenshot proveniente da uno dei diversi gruppi FB di assistenza domiciliare al COVID e in cui veniva descritta una situazione di vera e propria emergenza, sollecitata e in attesa da ore di risposta da parte del gruppo stesso.

Mi sono con questo attirato uno shit-storm della durata di un paio di giorni ad opera di una serie di persone che quasi tutte mostravano nella foto del profilo il banner di una associazione che si occupa(va) di questo.

In questi giorni si stanno diffondendo una serie di diclaimer medici scritti o narrati in video nei quali si invita fermamente a fare ciò che allora mi meravigliavo non accadesse ossia in caso di sintomi severi come desaturazione o incapacità a completare la frase rivolgersi immediatamente al pronto soccorso o 118 o Medico Curante.

Praticamente l’ovvio che arriva mesi dopo l’inizio di queste attività e in modo simultaneo dai diversi attori. Viene da pensare che finalmente si stia muovendo qualcosa sotto. Non credo personalmente che lo abbiano fatto perché convinti dal sottoscritto o da Biologi per la Scienza, Gerardo D’Amico o altri che si sono battuti all’interno dei social per chiarire se questa cosa fosse o meno lecita, sicura, opportuna. È più probabile che si sia palesato l’occhio dell’autorità giudiziaria spinto da segnalazioni o denunce magari di qualcuno che affidandosi a costoro si è tardivamente reso conto di aver rischiato la vita o fatto rischiare la vita a un proprio caro. Ma questo lo scopriremo col tempo.

Più difficile sarà invece conoscere se e quante persone sono decedute o sono state ricoverate in T.I. per aver evitato il SSN a favore di questi.

Di fatto tutti hanno più o meno sospeso/ridotto l’attività ed hanno messo in chiaro a chi rivolgersi quando le cose si fanno appena più complicate dei consigli di amici.

Privati e associazioni possono occuparsi di telemedicina o teleassistenza ma per farlo devono chiedere ed ottenere le relative autorizzazioni. Queste non si chiedono a Mark Zuckerberg ma ad enti regionali e/o centrali che preventivamente vagliano la presenza di alcuni requisiti compresi la modalità di raccolta e trattamento dei dati perché possano essere facilmente controllati dagli enti stessi. Il tutto per tutelare le persone che a questi si rivolgono. Per la sicurezza delle cure.

Con la salute non si scherza. Non ci si improvvisa ambulatori telematici polispecialistici di scala nazionale.

Chi mastica legge potrebbe dribblare le norme per attuare progetti simili rimanendo giuridicamente al sicuro. Questo non significa che sia eticamente nel giusto anzi dimostra soltanto che o è in malafede o non si rende conto che le norme e la burocrazia servono per garantire la sicurezza in sanità. Evitarle perché convinti di fare del bene in sicurezza è una grande sciocchezza ed un pericolo per la salute di tutti.

Attualmente non mi risulta che esistano privati o associazioni accreditati dal SSN per le cure domiciliari del COVID. Di strutture del SSN ne abbiamo invece in quantità anche se con profonde differenze in base alle aree geografiche. Rivolgetevi a queste piuttosto.

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