ambulanza 118 emilia romagna

Le ombre sulla proposta di riforma del sistema 118

Presentata una mozione per chiedere di riformare il sistema di emergenza territoriale. Si accendono le polemiche e il sospetto di “manine”.

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Plausi e polemiche per la mozione presentata in Senato il 10 ottobre scorso a prima firma Maria Domenica Castelloni (M5S). Plausi perchè da anni in moltissimi tra gli addetti ai lavori chiedono chiarezza ed uniformità per i servizi di emergenza territoriale c.d. SET 118 e da non confondersi con le Centrali Operative 118. Si tratta cioè per quelle unità organizzative che gestiscono direttamente le ambulanze di una determinata area.

La richiesta di chiarezza nasce dal fatto che già il DPR 27 marzo 1992 (Norma che istituisce la nascita del 118), mentre fissava paletti e requisiti stringenti ed uniformi per le centrali 118 ed i servizi di elisoccorso, lasciava già massima autonomia alle regioni riguardo all’organizzazione dei SET. Questa autonomia con scarsi requisiti chiari e specifici ha dato vita ad una molteplicità di sistemi differenti tra ogni regione ma in molti casi differenti anche all’interno della stessa regione. Le differenze creano confusione tra i cittadini che in diverse realtà (Parma ad es. e una di queste) giunti al pronto soccorso vedono 4 ambulanze diverse ed il personale che scende da queste veste magari 6 tipologie di uniformi perchè l’infermiere che lavora sull’ambulanza del tale ente è in realtà dipendente di un altro ente.

Tornando alla mozione cui allego il testo al presente post in modo che ognuna possa farsi un’idea, parliamo di qualcosa sicuramente atteso ma che, ad avviso dello scrivente, nasconde qualcosa o qualche interesse tra i veri autori della mozione stessa. Su questo è intervenuto – a mio avviso buttando il discorso in caciara – con una lettera a quotidianosanità.it il Sig. Roberto Romano della neonata Società Italiana Infermieri di Emergenza Territoriale (SIIET) di cui non so molto ma che si scaglia contro alcuni aspetti della mozione. Questa posizione innesca una rapida reazione del Dott. Fedele Clemente di SIS-118 (Società Italiana Sistema 118 – Consulta dei Dirigenti Responsabili delle Centrali Operative 118) una società scientifica accreditata presso il Ministero della Salute, che risponde sempre su quotidianosanità.it dando parzialmente e involontariamente ragione a Romano quando questi accusava nella lettera la regia di qualcuno che vorrebbe difendere degli orticelli. Clemente nel negare questo ci regala poi una memorabile e boriosa disquisizione sulla sua società scientifica (SIS-118 ndr), sul fatto che questa sia accreditata e altre no ecc.. In pratica esce dal merito delle critiche di Romano per screditare l’autorevolezza della SIIET non rendendosi forse conto che agli operatori del 118 non frega molto delle patacche di questa o quella società o di quanto l’una sia più accreditata dell’altra. Interesserebbe di più ascoltare i pareri le motivazioni le idee ecc.

Per capire quali sono le ombre di cui parlo è necessario fare un salto indietro. Ho già ampiamente scritto anche in questo blog (compreso il post precedente a questo) delle vicissitudini locali, riferite alla Regione Emilia Romagna, tra ordine dei medici di Bologna e SET 118 regionali in merito ai protocolli infermieristici avanzati. Il passo indietro lo facciamo sino al 4 aprile 2018 quando – ancora una volta quotidianosanità.it – riporta gli esiti di un incontro avvenuto tra il Dott. Mario Balzanelli e il Dott. Filippo Anelli rispettivamente presidenti di SIS-118 e FNOMCeO (Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri).

L’incontro avviene all’indomani di una audizione che Balzanelli ha avuto in Senato relativa all’istituzione del numero unico di emergenza 112 (NUE-112). Si perchè la contrarietà di Balzanelli al NUE-112 così come è stato progettato ed attuato non è un segreto. Anelli ha invece un altro pallino, quello di mettere i medici su tutte le ambulanze o quasi. Comprensibile da parte sua ma sull’attuabile credo di non essere il solo a nutrire qualche dubbio. Due linee parallele e a tratti convergenti che non nascondono più di tanto il loro giubilo per la mozione (plauso di Anelliplauso di Balzanelli). Sembra uno scherzo del destino che il cognome di uno sia contenuto in quello dell’altro.

La cosa che più di tutte non scende ai Medici sul SET è probabilmente il fatto che il Ministero della Salute ha da qualche anno classificato le ambulanze in due tipologie: Mezzo di Soccorso di Base (MSB) cioè senza personale sanitario, cioè medico e/o infermieristico a bordo. Mezzo di Soccorso Avanzato (MSA) cioè con medico e/o infermiere a bordo. É quella “o” che fa diventare l’ambulanza con solo infermiere a bordo un MSA a non essere digerita. Ho letto da quelle parti difficoltà nel pronunciare MSA quando ci si riferiva ad ambulanze con solo infermiere nei mesi del picco di polemiche per i protocolli infermieristici avanzati. Ho letto di “Mezzi di Soccorso Avanzato di Base” e cose così. Ma non è una semplice guerra sulle definizioni.

Infatti sempre il Ministero della Salute con il DM 70/2015 stabilisce, tra le altre cose, il numero minimo di mezzi e caratteristiche. Stabilisce che deve essere presente un MSA ogni 60.000 abitanti. Capite quindi che la definizione di MSA diventa fondamentale e fanno ritenere fondate le paure di Anelli. Tant’è che quando fa riferimento ai 60.000 abitanti non parla mai di MSA ma di medici. Un medico ogni 60.000 abitanti. Sapendo che non è così.

Tutte queste considerazioni su SIS 118 e FNOMCeO sulla loro sinergia nella diatriba 118 ma hanno fatto comprendere, leggendo bene tra le righe della mozione M5S presentata in Senato, la presenza di due manine. E nello stesso tempo la mancanza di una, quella cioè degli infermieri con FNOPI (Federazione Nazionale Ordini delle Orofessioni Infermieristiche). Su questo passaggio della lettera probabilmente Roberto Romano aveva ragione anche se rimango del parere che abbia espresso male il concetto. Riusciremo mai come infermieri a sederci al tavolo della riforma alla pari dei medici o dovremo assistere ad un cambiamento radicale dell’organizzazione da spettatori passivi? Ci abbiamo impiegato 40 anni ad avere un ordine professionale, facciamo in modo che questo si faccia valere e tuteli la professione con la stessa passione e insistenza degli altri ordini.

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