branco di lupi

L’omicidio di Colleferro e le etichette delle immagini

È il branco il denominatore comune di delitti caratterizzati da particolare crudeltà e violenza sulle vittime come nel caso di Willy Duarte.

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L’omicidio di Colleferro nel quale ha tragicamente perso la vita il giovane Willy Monteiro Duarte sta tenendo acceso il dibattito pubblico attraverso i social. La reazione di sdegno collettivo per i fatti oggetto delle indagini si muove parallela alla ricerca spasmodica di un motivo, di una causa, finendo inevitabilmente per attribuire ai protagonisti varie etichette, corrispondenti essenzialmente al pregiudizio di chi le attribuisce.

È una reazione naturale degli individui e naturalmente amplificata dalla diffusione dei social network unita ai mezzi di informazione digitali e televisivi che ci hanno da anni abituato a stare incollati con perversione davanti allo schermo alla ricerca di nuovi e spesso insignificanti dettagli.

Le etichette più diffuse su due dei cinque protagonisti messi maggiormente sotto la lente d’ingrandimento ovvero degli ormai famosi fratelli Bianchi riguardano l’immagine personale dei due così come appare dai profili social. Cioè così come, più o meno volontariamente, gli stessi hanno trasmesso. Poco importa che siano stati a loro avviso fraintesi perchè è così che funziona quando si mettono immagini a disposizione del pubblico. Sulla base di cosa accade agli autori, a quelle immagini verrà attribuito un significato, talvolta estremamente diverso. Nel caso specifico, se ad esempio si pubblicano immagini di sfarzo con vacanze in hotel di lusso mentre si sorseggia champagne dentro una jacuzzi, finchè tutto fila liscio quelle immagini saranno probabilmente interpretate da amici e conoscenti come la rappresentazione del successo di una persona che è stata all’altezza di ottenerlo. Se al contrario il soggetto dovesse essere arrestato per un qualunqe motivo ecco che le stesse immagini acquisiscono un significato sostanzialmente diverso.

Le affermazioni più diffuse attribuite ai fratelli Bianchi riguardano i muscoli, i tatuaggi ed i combattimenti. Un mix che li classificherebbe automaticamente come violenti e sinceramente non si capisce perchè. Non tutti coloro che hanno tatuaggi e/o muscoli e/o che si dedicano alle arti marziali sono dei violenti o dei criminali ma sembra che questa ricostruzione soddisfi pienamente la necessità delle masse di rispondere al bisogno di distinguere l’immagine di costoro da se stessi.

La stessa cosa sta accadendo per un altro fatto di cronaca violento e spregevole ovvero dello stupro di gruppo di due adolescenti inglesi a Matera. Anche qui i protagonisti (almeno quelli finora rintracciati e ritenuti tali) conducevano una vita social al limite con molti denominatori comuni ai fratelle Bianchi come l’ostentazione del denaro ed altri, diversi, come il trap, un sotto-genere della musica rap che enfatizza l’uso di droghe e la considerazione di tutte le donne come prostitute da maltrattare sessualmente. Già questo da solo fornisce alla massa una spiegazione a ciò che è accaduto ma anche in questo caso non si può affermare che tutti quelli che ascoltano musica trap, si rendano autori prima o poi di reati di stupro.

L’aspetto che accomuna queste vicende ma anche eventi di simile crudeltà passati e che stavolta non viene apparentemente colto come preponderante su tutto è il branco. L’aspetto che ha caratterizzato delitti efferati al di là di tatuaggi, muscoli, droga e musica trap. Il branco attiva dei meccanismi mentali negli aggressori tali da renderli estremamente pericolosi. Nella logica del branco, proprio come accade in natura, i soggetti si fanno forza l’un l’altro sentendosi appagati da un senso di superiorità fisica e morale rispetto alla vittima. Rinfocolandosi a vicenda, la violenza con cui si infierisce aumenta rapidamente superando con disinvoltura i limiti razionalmente sufficienti a dimostrare di aver affermato la propria superiorità. Il branco è capace di compiere atti di crudeltà impensabile che aumenta tanto più quanto più la vittima appare fragile e indifesa.

Più che etichettare palestrati, tatuati e lottatori di MMA come criminali violenti a priori, sarebbe utile interrogarsi sui meccanismi che portano i giovani alla formazione del branco in quanto è da questi, più che dalla musica trap o dalla cocaina che genera violenza che spesso degenera in omicidio. Ha ben detto oggi il Presidente Conte, intervistato all’arrivo al funerale di Willy Duarte, che quest’anno scolastico sarà anche l’anno della lotta al bullismo. Perchè il bullismo rappresenta la forma primordiale e infantile del branco. Aggiungo, e concludo, che forse sarebbe il momento di modificare il codice penale inasprendo le pene per i reati di aggressione commessi con le caratteristiche del branco che troppo spesso viengono derubricati a rissa.

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