Vaccino obbligatorio? siamo fuori tempo massimo

Inutile insistere e troppo tardi per ri-guadagnare la fiducia dei cittadini

Condividi su:

Il dibattito sull’obbligo vaccinale che tiene banco in questi giorni potrebbe rivelarsi come l’ennesimo errore comunicativo e un errore organizzativo. Dal punto di vista comunicativo, oltre ad aver lasciato troppo a lungo correre una controinformazione sui vaccini di parte e distorta, pesa il ritardo con cui si è aperto il dibattito pubblico. Dibattito pubblico che non sarebbe neanche dovuto esistere in questo caso perché si tratta di una decisione di politica sanitaria poco adatta a una scelta da lasciare al popolo che in stragrande maggioranza, non ha gli strumenti per valutare obiettivamente il rapporto rischi benefici.

Dal punto di vista organizzativo bisognerebbe invece prendere atto che la missione di raggiungere l’immunità di gregge con il vaccino è fallita. È fallita perché la campagna vaccinale sta durando troppo e intanto si è visto come l’efficacia immunitaria del vaccino sia oggi ridotta al 60-70% per chi si è vaccinato tra dicembre 2020 e febbraio 2021 anche se la protezione contro l’insufficienza respiratoria da COVID-19 sia elevatissima. E ancora non è chiaro se sia possibile e/o consigliata e quanto utile la terza dose per i vaccinati.

Il fatto di aver reagito alla pandemia tardi e male ad ogni fase sin dall’inizio ha creato l’umus ideale per la proliferazione dello scetticismo e di un diffuso calo di fiducia. Ha permesso a qualcuno di colmare il vuoto lasciato troppo a lungo dallo Stato per insufficienza dei mezzi disponibili ma anche di quelli messi a disposizione. Si assiste oggi alla nascita di un sistema sanitario parallelo cui tanti si rivolgono, soprattutto della galassia no-vax ma non solo, per via della confusione, della poca chiarezza e definizione (altro problema comunicativo) del sistema di risposta alla pandemia.

Oggi, insistere e imporre il vaccino ai tanti che ormai sono stati irreversibilmente imboniti da una serie infinita di ciarlatani, suadenti pseudo-scienziati e laureati su Google non ha più senso. L’unico risultato sarebbe quello di innalzare ancora di più la tensione sociale già presente sull’argomento e riempire i tribunali di processi inutili. Abbiamo già gli ospedali pieni e le liste d’attesa allungate, se si potesse evitare di ingolfare anche la giustizia (che parte già con qualche problema in tal senso), non sarebbe neanche male.

A questo si somma il rischio concreto di mutazioni dovute alla circolazione del virus che unitamente ad una parziale immunizzazione della popolazione potrebbe anche essere molto più contagiosa e/o aggressiva rispetto all’attuale variante in circolazione. I rischi maggiori rimarrebbero comunque per la parte di popolazione non vaccinata ad eccezione del caso in cui si verificasse una sostanziale mutazione della proteina spike tale da rendere totalmente inefficaci gli anticorpi prodotti grazie al vaccino.

In uno scenario di questo tipo il contatto ravvicinato tra vaccinati e non vaccinati sarebbe molto più rischioso di quanto lo sia attualmente. Qui si entrerebbe in un altro conflitto che è in corso (in realtà strettamente collegato), cioè quello sul Green Pass. Ma la soluzione è semplice ed è già stata prospettata da Draghi. Da una parte c’è il green pass e dall’altra le chiusure. In questo caso basterebbe far decidere agli esercenti cioè a coloro che verrebbero nuovamente penalizzati ma la decisione è già chiara ancor prima di chiedere.

L’autunno è alle porte e il rischio che i contagi tornino a salire c’è ma tutte le opzioni preventive appaiono sempre più fuori tempo massimo. Piuttosto è il caso di organizzare nuovamente gli ospedali e soprattutto le terapie intensive per prepararli ad un probabile aumento consistente dei ricoveri. Ormai non ci sono più le condizioni dell’effetto sorpresa di febbraio 2020. Sappiamo di essere in mezzo ad una pandemia, che l’andamento dei contagi sarà altalenante, che una percentuale ampia di popolazione non vaccinata ha una probabilità più alta di contrarre il virus (i numeri assoluti sono circa di 4 a 1) e di finire in terapia intensiva (sul totale dei contagiati vaccinati vs non vaccinati si tratta dello 0,01% contro lo 0,3%) e non sappiamo quando tutto questo finirà.

In attesa della cura (se mai questa arriverà) ci si può solo rimboccare le mani per curare al meglio i pazienti a domicilio e in ospedale e lasciare che la vaccinazione passi come una scelta libera visto che ormai tutto quello che si poteva dire per convincere la popolazione a farlo è stato detto (male).

Condividi su:


Pubblicato

in

, ,

da

Telegram

Logo telegram

Con l’iscrizione al canale Telegram riceverai in anteprima i post del Blog e Professione Infermiere. I dati saranno trattati secondo la Privacy Policy di Telegram

Newsletter

newsletter

Puoi ricevere i nuovi articoli pubblicati attraverso la Newsletter di Semplice Infermiere. Prima di procedere assicurati di aver preso visione della Privacy Policy.